Accesso ai servizi

Storia

Bozzole sorge dirimpetto il castello di Pomaro, nella pianura, a qualche centinaio di metri dal Po. Il toponimo si presta a varie interpretazioni: può esso riflettere il nome del bosco, arbusto perenne sempre verde delle Buxacee, con piccole foglie coriacee e lucenti e legno durissimo. Carlo Nigra ricorda la voce bozolus : rovo di macchia, rovo di siepe con valore di biancospino. Oppure può derivare dalla voce dialettale piemontese boza, bosa con significato di piccola pozza, luogo allagato.

Risulta esso uno dei radi toponimi monferrini a desumere il titolo da particolarità naturali. La toponomastica dei catasti (1768,1783,1811) non reca tracce romaniche o germaniche ma solo voci relative all'area coperta un tempo di assai fitti boschi. Ciò non toglie che il territorio risulti già abitato nel 1149 come traspare dai documenti dell'archivio capitolare di Vercelli: il che non sorprende perchè nella confinante Valmacca sono ben attestate presenze romane e longobarde ed anzi il torrente Laio che attraversa anche l'area di Bozzole desume il nome dal gentilizio romano Laius.

Il centro demico mediovale non sorgeva sull'attuale area, ma amotivo dei paurosi straripamenti del Po, dovette cambiare sede non una sola volta. Infatti la storia di Bozzole, come traspare dal veloce spoglio dei superstiti documenti dell'archivio locale è essenzialmente incentrata sulle vicende del fiume: nelle deliberazioni comunali ed in genere negli atti storici si tratta quasi sempre del fiume delle arginature, delle dighe, delle piene e delle inondazioni che travolgevano uomini e case.

Il Comune costituito in età medioevale ebbe i suoi statuti approvati nel 1497. La vita locale s'incentrava sui taglialegna e sui pescatori a motivo della particolare raffigurazione territoriale, attraversata dal fiume e da essa dipendente, come descrisse Salvator Gotta la cui madre era appunto nativa di questa parte del Monferrato, prossima al Po.

Il grande fiume domina e condiziona l'ambiente. Le sue piene terribili hanno segnato la vita del borgo: come accadde nella tragicamente nota inondazione del 1684, quando il 22 maggio di quell'anno, il sindaco tenente Paolo Bonacossa, con il parroco Don Domenico Vigo ed i consiglieri comunali essendo che per gli innumerevoli pericoli, nei quali si trova questa povera terra delle Bozzole per la corrosione del fiume Po, che già si trova vicino alle prime case, tutto questo popolo, anni or sono, prese la devozione ed elesse suo protettore presso Sua Divina Maestà, il glorioso San Gregorio taumaturgo, la cui festività corre il giorno diciassette di novembre. I santi col nome Gregorio sono molti e celebri, ma fu scelto il vescovo taumaturgo San Gregorio, quale patrono del paese perchè egli col suo bastone arrestò le piene del fiume Lico nel Ponto.

L'atto appare significativo per documentare la violenza delle inondazioni e la disperazione degli abitanti nella ricerca della protezione divina. Purtroppo, il fiume nel suo corso secolare, provocòaltri ed ulteriori disastri inghiottendo il sobborgo Ritirata-Rivalta e raggiumgendo i primi piani delle abitazioni di Bozzole e il tabernacolo della chiesa Parrocchiale. Fu soltando nei decessi successivi che a poco a poco con argini più poderosi si costrinse il fiume nel proprio letto. Nel 1984 fu commemorato il trecentenario del voto a San Gregorio, rinnovato con l'intervento della popolazione.

Nel 1604, stando alla descrizione di Evandro Baroncino, il borgo contava più di 400 abitanti. Al periodo tra il XVII e il XVII secolo risale la ricostruzione della parrocchia, l'oratorio della Navità di Maria. L'assetto del borgo compare invece delineato con esattezza sulla mappa del Catasto Napoleonico, quale ci appare oggi, salvo ovviamente le più recenti espansioni, cencentrate principalmente nel tratto periferico meridionale. Rispetto alla situazione attuale, nel nucleo storico si riconosce una densità edilizia di poco inferiore, mentre è facilemte verificato, da allora il mantenimento dei tracciati viari, delle strade di scorrimento, degli edifici dal filo stradale e la persistenza di alcune suddivisioni di proprietà..

La storia di Bozzole risulta ovviamente feudale e risale alle origini stesse del centro demico quando situato nel Comitato di Lomello, fu infeudato alla possente famiglia dei Conti di Cavaglià che lo tenne poi in retrofeudo dai Marchesi di Monferrato. Nel 1214 gli aleramici del Carretto ne furono investiti con titolo signorile ed altre casate si susseguirono nel corso dei secoli in persona di Matteo Guazzo e fratelli, da Casale infeudati in Bozzole il 17 giugno 1483. Il 7 novembre 1559 Teodoro di Biandrate di San Giorgio con i suoi fratelli fu infeudato di Bozzole, ma le quotie vennero confiscate alla famiglia quando nel 1613 Guido Aldobrandino di Biandrate di San Giorgio cambattè con i Savoia contro i Gonzaga.

Il 7 aprile 1613 Giulio Cesare Foresti-Scazzoso prevosto di Lu fu investito di 1/4 di Bozzole: usciva egli dalla nobile famiglia che dette il nome a Cestelletto Scazzoso, oggi Monferrato. Il primo marchese di Bozzole fu Ottaviano Ardizzone infeudato il 2 gennaio 1688: essendosi estinta la casata con Lelio morto nel 1745. La figlia Angela sposò il marchese Alfonso Rolando dalla Valle, decurione di Casale a cui portò in dote Pomaro e Bozzole.

Bozzole con la regione circostante fu occupatp nel maggio 1859 dalle truppe piemontesi, mentre il nostro Re Vittorio Emanuele II poneva il proprio quartier generale a San Salvatore, in attesa dell'esercito francese che sarebbe giunto via mare a Genova per proseguire su Alessandria. Da Casale a Frassineto era schierata la V Divisione Cucchiari e da Ticineto a Valenza la IV Divisione al comando del Generale Enrico Cialdini. Tutta la sponda destra del Po era presidiata dai soldati che anche a Bozzole piazzarono i cannoni sulla riva del fiume, mentre sul lato sinistro 100.000 Austriaci fronteggiavano i 35.000 piemontesi tentando invano di passare il Po a Frassineto.